Questa valutazione della Comunità dell’Intelligence (Intelligence Community Assessment - ICA) evidenzia l’insorgenza del HIV/AIDS fino al 2010 in cinque Paesi di importanza strategica per gli Stati Uniti , dove milioni di persone sono a rischio di infezione: Nigeria, Etiopia, Russia, India e Cina. Nel documento non vengono fatte previsioni sugli andamenti globali. I cinque Paesi sono stati selezionati per le seguenti ragioni:
– sono tra i Paesi più popolosi del mondo e rappresentano il 40% della popolazione mondiale;
– rientrano tra quelli in cui l’evoluzione dell’epidemia è attestata tra la fase iniziale e quella media;
– sono guidati da governi che non hanno ancora assegnato la priorità elevata necessaria ad arginare il dilagare del virus negli altri Paesi.
Questo documento si ispira al National Intelligence Estimate del dicembre 1999, The Global Infectious Disease Threat and Its Implications for the United States, incentrato sulla diffusione del fenomeno AIDS nel quadro di altre malattie infettive in crescente aumento. I dati di stima derivanti dal documento del 1999 prevedono l’espansione del HIV/AIDS al di là della principale area geografica dell’Africa meridionale:
sebbene i tassi relativi ai casi di decesso e di infezione siano notevolmente in calo nei Paesi sviluppati ...... la malattia continua a diffondersi nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo. Attualmente, l’Africa sub-sahariana presenta la situazione più critica a livello regionale; tuttavia, il virus si sta diffondendo rapidamente in India, Russia, Cina, e gran parte del resto dell’ASIA.
Secondo l’UNAIDS, probabilmente, entro il 2010, il numero dei portatori di AIDS della sola Asia sorpasserà quello delll’Africa sub-sahariana.
Il National Intelligence Council ha indetto una conferenza di funzionari del Governo USA ed esperti esterni, allo scopo di valutare insieme i dati attuali così come le aspettative future relativamente a questi cinque Paesi. Considerato il ventaglio delle stime del numero attuale di soggetti infetti e la diversità dei modelli utilizzati per il calcolo accurato dei dati futuri delle malattie infettive, i dati relativi alle previsioni future contenute in questo documento hanno ottenuto il consenso da parte degli esperti. Il NIC, oltre a coordinare la prima stesura del documento nell’ambito della Comunità dell’Intelligence, lo ha sottoposto a revisione da parte di alcuni autorevoli esperti non appartenenti alla Comunità dell’Intelligence, allo scopo di ottenere il parere sia degli esperti delle istituzioni governative che non. Tra gli esperti il Dr. Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases at the National Institutes of Health; il Dr. R. Gallo, Direttore dell’Institute of Human Virology e Professore di Medicina all’Università del Maryland, Biotechnology Institute; il Dr. Phillip Nieburg, Direttore Associato per la Sanità Pubblica del Global AIDS Program for the Centers for Disease Control; il Dr. Nicholas Eberstadt dell’American Enterprise Institute.
Ambito
Sommario
Dibattito
La nuova frontiera: quale spazio?
Profilo dei Paesi
Prospettive di controllo
La sfida delle leadership
Carenze delle infrastrutture sanitarie
Cure
Implicazioni
Nigeria ed Etiopia: i Paesi più colpiti
Russia: fenomeno HIV/AIDS e peggioramento della situazione demografica
India e Cina: una situazione grave ma forse non devastante.
Implicazioni internazionali
(...)
La nuova frontiera del fenomeno HIV/AIDS: Nigeria, Etiopia, Russia, India e Cina.
Entro la fine del decennio, il numero delle persone contagiate dal virus AIDS è destinato ad aumentare notevolmente. Il motore di tale crescita sarà la diffusione della malattia in cinque Paesi densamente popolati: Nigeria, Etiopia, Russia, India e Cina, nei quali il numero delle persone contagiate crescerà dagli attuali 14-23 milioni circa di casi, per raggiungere entro il 2010 un numero stimato che varia dai 50 ai 75 milioni di persone. Queste stime invalidano i calcoli precedenti che prevedevano un numero di casi dai 30 ai 35 milioni, entro la fine del decennio, nell’Africa centrale e meridionale, attualmente punto focale dell’epidemia.
Valutiamo che, entro il 2010, in Cina si dovrebbero verificare dai 10 ai 15 milioni di casi, in India probabilmente dai 20 ai 25 milioni. Si tratta delle stime massime per ogni Paese. Sempre entro il 2010, valutiamo che in Nigeria si verificheranno dai 10 ai 15 milioni di casi, in Etiopia dai 7 ai 10, ed in Russia dai 5 agli 8.
Il fenomeno HIV/AIDS si sta diffondendo per gradi differenti nei cinque Paesi, tuttavia, a livello epidemico in Nigeria ed in Etiopia la situazione è più grave. In tutti i Paesi, i comportamenti sessuali a rischio stanno causando un aumento vertiginoso del numero delle persone infettate.
La diffusione del fenomeno tra gli adulti – considerando il numero totale delle persone infettate in proporzione percentuale rispetto alla popolazione adulta – è sostanzialmente inferiore in Russia, India e Cina dove la malattia si concentra nei gruppi ad alto rischio, come i tossicodipendenti in Russia e le persone che vendono il proprio sangue in Cina, dove in alcuni villaggi la percentuale di infettati arriva al 60%.
Tuttavia, in India, la malattia sta estendendo il suo raggio d’azione anche attraverso la trasmissione eterosessuale, mentre in Cina il dato è dovuto allo spostamento dei lavoratori migranti ed in Russia alle frequente prassi dell’amnistia che mette in libertà numerosi detenuti contagiati e, infine, all’aumento della prostituzione.
Sarà difficile per tutti questi Paesi fare un censimento dei malati entro il 2010, senza che ciò comporti drammatici cambiamenti nell’ordine delle priorità. La malattia ha avuto un forte incremento, i servizi sanitari risultano inadeguati ed i costi dei programmi di educazione e di cura sono esagerati. I leader governativi incontreranno notevoli difficoltà nel continuare a dare al fenomeno HIV/AIDS la priorità rivelatasi essenziale per arginare la malattia in Uganda, Tailandia e Brasile, in quanto vi sono altre questioni pressanti e mancano i gruppi di sostegno alla malattia.
I Governi di Nigeria, India e Cina hanno iniziato a valutare più attentamente la minaccia del HIV/AIDS.
Anche i cinque Paesi considerati come la nuova frontiera del AIDS hanno destinato maggiori risorse ai programmi, la cui attuazione probabilmente non riuscirà a coprire un considerevole quantitativo di popolazione, a causa dei limiti delle istituzioni governative e dell’irregolarità nel coordinamento tra livello nazionale e locale.
Nigeria ed Etiopia hanno scarsi servizi pubblici da mobilitare. La Russia ha altri gravi problemi di sanità pubblica. La Cina ha decentralizzato gran parte delle competenze della salute e dell’educazione ai governi locali, che spesso sono corrotti. L’India ha adottato alcune iniziative per migliorare le sue infrastrutture sanitarie per la lotta alla malattia, tuttavia, il Governo dispone di scarse risorse per curare le infezioni già esistenti e deve fronteggiare altre emergenze sanitarie come la tubercolosi (TB), che è insorta in connessione con la diffusione del HIV/AIDS.
L’insorgenza della malattia nei cinque Paesi summenzionati, probabilmente, avrà significative ricadute a livello economico, sociale, politico e militare. Tuttavia, l’impatto sarà sostanzialmente differente da Paese a Paese a causa delle differenze nello sviluppo della malattia, delle probabili reazioni da parte dei governi, delle risorse disponibili e dei profili demografici.
La Nigeria e l’Etiopia saranno i Paesi maggiormente colpiti, con un impatto socio-economico simile a quello dei Paesi maggiormente colpiti dell’Africa centro-meridionale, che vedrà la decimazione delle élites governative e imprenditoriali, la riduzione della crescita e l’allontanamento degli investimenti stranieri. Entrambi i Paesi rivestono un ruolo chiave per la stabilità della regione ed i loro governi subiranno un grave colpo a causa della crescita del HIV/AIDS.
In Russia, l’insorgere della malattia esacerberà il problema del calo della popolazione ed altri gravi problemi sanitari che già affliggono il Paese, creando ancora maggiori ostacoli alla rinascita economica del Paese. Tutto ciò può generare tensioni in merito alle priorità di spesa e ridurre drasticamente il potenziale numerico delle forze armate.
In India ed in Cina le spese sanitarie e sociali aumenteranno, tuttavia, probabilmente l’impatto a livello politico ed economico sarà prontamente assorbito dalla vasta popolazione di questi Paesi. A nostro avviso, fino al 2010, la malattia non rappresenterà una minaccia grave per il ruolo che tali Paesi svolgono a livello regionale, ma si aggiungerà ai già gravi problemi che i loro governi devono fronteggiare. Quanto più la malattia si diffonderà tra i giovani, i laureati, la popolazione urbana, tanto maggiore sarà il costo economico per questi Paesi, considerato l’impatto su queste categorie e l’esigenza di lavoro specializzato.
Il crescente problema del HIV/AIDS in questi cinque Paesi probabilmente determinerà un maggiore sostegno economico e tecnico da parte dei Paesi donatori. Potrebbero verificarsi tensioni in merito alla distribuzione dei fondi internazionali, come il Global Fund for AIDS, TB and Malaria.
Negli ultimi anni, il costo degli antiretrovirali – che possono prolungare la vita delle persone ammalate – è notevolmente diminuito, tuttavia, può essere ancora proibitivo per i Paesi a basso reddito. È importante sottolineare che il costo dei medicinali rappresenta solo una parte dei costi generali delle cure del HIV/AIDS. Sussiste la possibilità che si sviluppi assuefazione a causa dell’uso incompatibile delle terapie antiretrovirali e della produzione all’estero di medicinali scadenti e non regolamentati.
Se nei prossimi anni fosse sviluppato un vaccino efficace, i Governi occidentali e le società farmaceutiche sarebbero fortemente esortate a renderli disponibili su vasta scala.
Probabilmente, questi cinque Paesi cercheranno di ottenere assistenza tecnica dagli USA per individuare e combattere la malattia.Statistiche sul HIV/AIDS: dati ufficiali e non ufficiali
Per molti Paesi è difficile o impossibile disporre di statistiche affidabili. L’UNAIDS dispone degli archivi elettronici più esaurienti del mondo, tuttavia, le Nazioni Unite si affidano ai dati ufficiali governativi di ogni Paese che secondo gli esperti talvolta sottostimano il numero delle persone infettate. I nostri dati sui tassi dell’infezione e le loro presunte traiettorie vanno oltre le statistiche ufficiali, poiché includono le valutazioni effettuate dalle università e dalle ONG con esperienza sul campo. Di conseguenza, i dati riportati in questa valutazione vanno considerati come dati approssimativi e le nostre proiezioni fanno riferimento ad un ampio spettro di casi secondo un margine di errore relativamente alto.
I Governi spesso non spendono sufficiente denaro per il controllo della qualità dell’infezione poiché hanno altre priorità di bilancio, non intendono riconoscere la reale portata dell’epidemia ed, inoltre, i tossicodipendenti e le prostitute che sono ad alto rischio di infezioni non costituiscono una fetta di elettorato rilevante.
Altre sacche nascoste di infezione sono gli ammalati di TB – alcuni de quali hanno contratto la TB in quanto sieropositivi – ed i malati di malattie veneree e di infezioni dell’apparato riproduttivo.
È molto difficile disporre di dati sul HIV/AIDS nell’ambito delle forze armate straniere, in cui sono molti i soggetti contagiati.
Anche se i test sono disponibili, molte persone rifiutano di sottoporsi al test per rassegnazione, per non essere etichettati o discriminati.
I tossicodipendenti, le prostitute e gli omosessuali generalmente non si sottopongono ai test per non essere individuati e non correre il rischio di subire conseguenze negative.
Alcuni evitano i test quando le cure non sono disponibili.
Il controllo dell’infezione sulle donne in stato di gravidanza è considerato l’indicatore più attendibile dell’insorgenza del fenomeno HIV/AIDS nella popolazione adulta. Tuttavia, anche queste statistiche possono essere falsate dalla scarsa partecipazione sebbene siano stati istituiti servizi a pagamento e test obbligatori.
(...)
Probabilmente, entro il 2010, India e Cina saranno i primi paesi al mondo per il numero di malati di HIV/AIDS, tuttavia, l’impatto sarà minore in considerazione della vastità della popolazione. Anche se il numero delle persone contagiate raggiungesse il picco delle nostre previsioni, la percentuale della popolazione adulta infettata sarebbe sempre più bassa che negli altri Paesi alla fine del decennio.
Quindici milioni di sieropositivi in Cina rappresentano circa il 2% della popolazione adulta.
Venticinque milioni di indiani infettati equivalgono ad una percentuale del 4% della popolazione adulta.
Risulta più difficile valutare l’impatto sulla crescita economica e sulla produttività, poiché varia a seconda del gruppo demografico maggiormente colpito. Nel 1999, alcuni ricercatori hanno calcolato che il costo del HIV/AIDS per l’India sarà pari al 1% del PNL annuale, a causa della perdita di produttività e delle spese per le cure delle infezioni secondarie. Tuttavia, nello studio non erano evidenziati alcuni aspetti, come il costo delle medicine e l’ulteriore addestramento dei lavoratori, in merito ai quali non è stata raggiunta una formula unanime per il calcolo dei costi economici.
Al minimo, il HIV/AIDS farà crescere le spese sanitarie in entrambi i Paesi, costringendo a difficili compromessi sulle spese.
Quanto più la malattia si diffonderà tra la popolazione rurale e tra coloro che non svolgono attività professionali, tanto più la grande massa di forza lavoro presente sia in Cina che in India sarà in grado di colmare la lacuna.
Quanto più la malattia si diffonde tra la popolazione giovane, istruita, tra i professionisti che vivono nelle zone urbane, tanto più elevato sarà il costo economico, considerato il costo del lavoro specializzato.
Probabilmente, i leader cinesi temono che la percezione da parte dei mercati globali della diffusione dell’HIV/AIDS scoraggi il massiccio flusso di investimenti stranieri in Cina, che è essenziale per la crescita.
A nostro avviso, entro il 2010, l’HIV/AIDS in sé stesso non costituirà una minaccia fondamentale per l’affermazione del ruolo regionale di Cina e India. Considerato l’attuale tasso di diffusione relativamente basso ed il periodo relativamente lungo che intercorre tra il momento in cui si contrae la malattia e il decesso, i due Paesi possono gestire l’impatto della malattia fino alla fine del decennio. Tuttavia, il problema del dilagare del HIV/AIDS si aggiungerà ad altri gravosi problemi e compromessi, che dovranno affrontare i leader di entrambi i Paesi nei prossimi anni.
Negli anni successivi al 2010, il HIV/AIDS diventerà un problema ancora più grave per l’India e la Cina, qualora i programmi governativi si rivelassero inefficaci e la malattia si dovesse diffondere in modo significativo.
Non vi sono indicazioni secondo cui il HIV/AIDS diverrà un parafulmine del malcontento diffuso sia in India che in Cina. Tuttavia, le proteste dei contadini cinesi contagiati per aver venduto il sangue lasciano supporre che la rabbia per l’inefficienza governativa si aggiungerà alla crescente frustrazione diffusa nelle aree rurali per la disoccupazione in aumento, la corruzione imperante e la scarsità di servizi.
Secondo rapporti stampa, durante l’ultimo anno, sono state registrate nei villaggi cinesi alcune proteste di scarso calibro legate al problema. Giornalisti riferiscono che in numerosi villaggi la rabbia è grande, tuttavia, gli abitanti non manifestano poiché temono atti intimidatori da parte del Governo.
In alcuni giorni di novembre, la polizia ha trattenuto alcuni manifestanti sieropositivi ed un gruppo di reporter che erano venuti per intervistarli.
Proteste da parte di cittadini cinesi in aree urbane quasi certamente diffonderebbero grave preoccupazione tra le autorità.
Il dilagare del HIV/AIDS in India può essere più di un problema politico. Il dibattito si potrebbe concentrare su chi paga e chi riceve gli antiretrovirali che stanno producendo le società indiane.
Probabilmente, sia Pechino che Nuova Delhi cercheranno di dirottare i costi del HIV/AIDS sui governi statali e locali, poiché hanno da fronteggiare altri problemi. Tuttavia, le autorità locali non dispongono del personale, della competenza e dei fondi per occuparsi del problema.
La maggior parte dei governi statali indiani ha ridotto le spese destinate alla sanità ed all’istruzione a causa di gravi problemi fiscali – in alcuni casi non ci sono disponibilità sufficienti a pagare gli stipendi degli impiegati governativi.
Allo stesso modo, le autorità locali cinesi sono sovraccariche di competenze di carattere sanitario, poiché Pechino ha decentrato numerose competenze governative.
Il diffondersi del HIV/AIDS non dovrebbe intaccare il potenziale militare cinese ed indiano in considerazione del vastissimo numero di reclute da arruolare dei rispettivi eserciti. Nel 2001, la Cina ha iniziato a sottoporre i coscritti al test del HIV/AIDS.
La Cina e l’India eserciteranno un controllo sempre più stretto sulle forze armate per evitare che il virus intacchi quelle piccole unità altamente specializzate, che utilizzano armamenti sofisticati.
In Cina, il HIV/AIDS si sta diffondendo sempre più nella popolazione in genere, e come già verificatosi in altri Paesi, aggraverà ulteriormente una situazione già connotata da squilibrio tra i sessi, a causa della pratica dell’infanticidio femminile.
In India ed in Cina, per abitudini culturali, è più probabile che gli uomini piuttosto che le donne vengano curati dai loro stessi parenti.
(....)
|
|